Mercoledì 28 maggio, alle ore 18.00 nell'Aula magna della Facoltà di Architettura in Piazza Borghese 9, si terrà il secondo appuntamento del ciclo degli Incontri con l'architettura del Medioevo, giunto alla VI edizione, a cura di Guglielmo Villa. Ai saluti istituzionali di Daniela Esposito, direttrice del Dipartimento di Storia, disegno e restauro dell'architettura, seguirà una presentazione di Guglielmo Villa e la conferenza di Antonino Tranchina (Università degli studi di Napoli Federico II) dal titolo Trinavato basiliano: uniformità e varietà di una formula.
Fra le tendenze più tenaci, quando si parla di Sud Italia medievale, è la ricerca di uno standard architettonico per il culto di tradizione bizantina, corrispondente all’impianto centrico. Il passaggio del Mezzogiorno al dominio normanno, che inaugurò nuove forme per l’edificio sacro cristiano, è stato spesso interpretato come una disfatta dei Cristiani di lingua greca. Si è visto nel prevalere della chiesa a tre navate il corrispettivo della subordinazione alla Chiesa latina da parte dei monaci greci, i futuri Basiliani. In realtà, verso la fine dell’XI secolo si apre una sperimentazione vivace, col patrocinio di funzionari laici. La successiva adozione del formato longitudinale a tre navate da parte di monaci sempre più autonomi corrisponde a una fase ancor più creativa nella parabola del cenobitismo grecofono. Essa culmina dopo la metà del XII secolo, traendo linfa dal favore manifestato dai primi re di Sicilia. L’analisi dei casi superstiti e di quelli documentati, ma scomparsi, rivela come la ‘canonizzazione’ del tracciato apra a opzioni plurali nell’alzato, nell’ornato architettonico e nella concezione degli spazi adatti al rito dei monaci greci fedeli ai sovrani normanni.
La presentazione si potrà seguire da remoto tramite il link indicato.