Martedì 28 marzo alle ore 9.00, presso l’Aula B del Dipartimento di Neuroscienze e salute mentale in via dei Sabelli, si terrà l'evento Parole che #disturbano.

L'incontro dà inizio alle attività di Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento) ed promosso dal Dipartimento di Storia antropologia religioni arte spettacolo della Sapienza, in collaborazione con il Reparto di Neuropsichiatria infantile del Policlinico Umberto I. L'iniziativa ha inoltre il patrocinio RAI e il sostegno della Direzione RAI per la Sostenibilità ESG.

L’aumento costante del disagio mentale tra gli adolescenti, la complessità della gestione della cura tra istituzioni locali, famiglie e scuola, la dimensione di stigmatizzazione sociale associata al disturbo psichiatrico rendono la riflessione su questo tema tanto centrale quanto urgente.

Se, infatti, si può parlare di invisibilità sociale del fenomeno, diventa tanto più rilevante sensibilizzare gli adolescenti rispetto all’uso di parole che #disturbano, cioè quelle parole che definiscono i disturbi psichiatrici a livello diagnostico e che molto spesso vengono utilizzate nel linguaggio comune come forma di hate speech tra i più giovani.

Il Pcto prende, infatti, le mosse dai dati della ricerca quantitativa condotta da Romana Andò (sociologa dei processi culturali del Dipartimento Saras) e da Arianna Terrinoni (Dirigente medico del Policlinico Umberto I), in collaborazione con IPSOS, sull’utilizzo di queste parole nei contesti scolastici, familiari e della relazione tra pari.

Il progetto, cui prendono parte 5 istituti superiori di Roma e Provincia (Vittoria Colonna, Norberto Turriziani, Sacro Cuore, Renato Cartesio, Sandro Pertini) si articolerà in 6 incontri, declinati intorno a parole come ‘autistico’, ‘ritardato’, ‘schizofrenico’ ‘bipolare’, ‘borderline’, ‘anoressico’ etc. e al loro uso quotidiano.

L’obiettivo è sia quello di individuare i tratti peculiari di ciascun disturbo, sia quello di analizzare come la salute mentale viene quotidianamente rappresentata dal cinema, dalla televisione, dal teatro, dalla musica e dai social media. E come queste rappresentazioni debbano essere lette criticamente, analizzate e condivise per poterle correggere e/o integrare.

Lungo questo percorso di 40 ore, le parole che #disturbano diventeranno, quindi, le parole #chenonso e che devo comprendere, per arrivare ad essere parole che #immaginano, attraverso il coinvolgimento degli studenti delle scuole coinvolte nella realizzazione di messaggi di sensibilizzazione sui disturbi psichiatrici attraverso diverse forme espressive.

Partendo dalla considerazione che oggi i media contribuiscono in maniera determinante alla visibilità di queste tematiche, troppo spesso marginalizzate dal discorso pubblico, l’apertura del Pcto sarà accompagnata da una testimonial d’eccezione, Serena De Ferrari, l’attrice che interpreta Viola nella serie RAI più popolare del momento, Mare Fuori (una coproduzione Rai Fiction-Picomedia). Viola è un personaggio disturbante: è manipolatrice, cinica, calcolatrice, ma anche bisognosa di attenzioni.

Dai fan che cercano di diagnosticarla, viene definita schizofrenica, psicotica, narcisista, sociopatica. Ma quanta complessità e quanto dolore si nascondono dietro queste parole?