Sabato 16 ottobre 2021 alle ore 8.45, presso l'Aula magna della I Clinica Medica del Policlinico Umberto I, si terrà il convegno dal titolo "Cuore d'atleta e cardiomiopatie: focus sull'adolescente". L'obiettivo del convegno è quello di favorire la conoscenza di una disciplina complessa come la cardiologia dello sport, la diffusione della indicazioni specifiche, la disseminazione delle nuove direttive internazionali e la creazione di un network che possa favorire la collaborazione e la ricerca sul tema. Il convegno sarà articolato in una giornata da 4 sessioni, di cui quella pomeridiana particolarmente interattiva, che coinvolgerà direttamente l'audience e ospiterà relatori provenienti da diverse Università. Verranno toccate tematiche multidisciplinari attinenti alla cardiologia e medicina dello sport, all'aritmologia clinica, all'imaging cardiovascolare non invasivo, alla genetica e all'anatomia patologica. La partecipazione al convegno è gratuita: l'incontro è finanziato con i Fondi Convegni 2019 della Sapienza ed è dedicato alla memoria del professor Stefano De Castro.
La visita medico-sportiva costituisce attualmente l'unico momento di prevenzione di massa della popolazione adolescenziale e si è dimostrata essere un intervento fondamentale nel ridurre in modo significativo l'incidenza della morte cardiaca improvvisa nei giovani agonisti. Le modificazioni morfo-funzionali indotte dall'esercizio fisico intenso e continuativo che si manifestano a livello dell'apparato cardiovascolare prendono il nome di "cuore d'atleta" e sono meno evidenti nell'età adolescenziale, mentre risultano massime nel giovane adulto. Essendo il cuore d'atleta caratterizzato da un incremento della volumetria e della massa di entrambi i ventricoli cardiaci e degli atri, oltre che da un rimodellamento elettrico e autonomico, tale condizione, in alcuni casi di rimodellamento particolarmente marcato, entra in diagnosi differenziale con un'iniziale forma di cardiomiopatia. Diventa fondamentale chiarire quali siano le caratteristiche fondamentali di entrambe queste condizioni per poter affrontare la diagnosi differenziale precoce e identificare i soggetti a rischio di morte improvvisa.