Mercoledì 4 dicembre, alle ore 10.00 nell'Aula magna Antonio Ruberti del Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica, e gestionale, si terrà il workshop Flameless pressurized oxycombustion: una soluzione sostenibile per il trattamento termico dei rifiuti, co-organizzato da Oxoco e Sapienza, e patrocinato dall’Ordine nazionale degli ingegneri e dall’Ordine dei chimici interregionale (Lazio-Umbria-Abruzzo-Molise). L’evento avrà un focus sia sugli aspetti tecnico-scientifici che su quelli gestionali e di sostenibilità legati alla tecnologia. L'obiettivo è di fornire informazioni corrette e permettere una piena consapevolezza di potenzialità, rischi e opportunità per i territori coinvolti.
Il processo di ossicombustione senza fiamma, operato in pressione ad altissima temperatura e in atmosfera di ossigeno, è una nuova tecnologia per la termovalorizzazione dei rifiuti, che ne massimizza il recupero termico, materico ed energetico, minimizzando gli aspetti negativi delle tecnologie di termovalorizzazione convenzionali. Nel 2019 la Commissione europea ha qualificato la tecnologia quale tecnica emergente nel documento Bat Reference document for waste incineration. Il processo Fpo è capace di recuperare energia e materia, ponendosi come alternativa alla termovalorizzazione convenzionale, ma anche all’interramento sanitario delle frazioni residuali dei rifiuti (discarica), declinando il principio dell’economia circolare. Il processo è alimentabile con una vasta gamma di rifiuti di origine urbana e industriale, solidi e liquidi, non pericolosi o pericolosi, anche fortemente contaminati e consente la produzione di energia elettrica, che viene in parte utilizzata per coprire gli autoconsumi e in parte è cedibile. L’anidride carbonica e l’acqua, entrambe prodotte dal processo, sono recuperate e destinate al riutilizzo in ambito industriale. A valle della combustione, inoltre, non si producono ceneri, come nei trattamenti di termovalorizzazione convenzionale, ma scorie vetrose inerti che possono essere classificate come End of waste e riutilizzate nei processi di produzione di conglomerati cementizi e bituminosi e di manufatti in vetro.
È una tecnologia versatile e modulare, che può essere implementata utilizzando moduli da 15 MWt in parallelo e che, a differenza dei processi di termovalorizzazione convenzionale, non produce emissioni di inquinanti (furani, diossine, Ipa, Pcb). Con questa tecnologia si possono valorizzare termicamente anche rifiuti a basso potere calorifico che non potrebbero essere trattati con le tecnologie convenzionali. In aggiunta, possono essere trattati anche rifiuti liquidi (in particolare percolati e colaticci provenienti da discariche ed impianti Tmb o di digestione). Il processo Flameless pressurized oxycombustion è stato sviluppato da Itea S.p.A., società del Gruppo Sofinter, ed è coperto da una famiglia di undici brevetti. Nel 2021, Oxoco s.r.l. che è un'impresa innovativa dedicata all'implementazione e industrializzazione della tecnologia di ossicombustione senza fiamma, ha acquisito da Itea la licenza d’uso, in esclusiva mondiale, dei brevetti per l’applicazione rifiuti.
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