Martedì 4 aprile, presso l'Edificio di Psicologia, si è tenuto un seminario a cura di Eugene Rutembesa, docente del college of Medicine and health sciences (University of Rwanda). Nel 1994, in un periodo di cento giorni, più di un milione di Tutsi sono stati trucidati, molto spesso dai propri vicini di casa. L'ideologia del genocidio fu costruita sulla rappresentazione razzista dell'etnia Tutsi, considerata l'oppressore da sterminare. Nel 1995, al termine dello sterminio dei Tutsi, si presentarono sul piano psicosociale molte gravi consequenze: le interazioni sociali quotidiane erano state distrutte, si rinvenivano traumi psichici devastanti per gravità e diffusione nella popolazione, solitudine, silenzio, isolamento. Eugene Rutembesa si è soffermato sul processo, ancora in atto, di ricostruzione sociale e sul ruolo delle comunità locali in questa drammatica situazione post-conflitto.